Gli «strion» della Valposchiavo tra XVII e XVIII secolo
All'interno della rassegna culturale "Streghe!" la Pgi Valposchiavo propone una conferenza sui processi agli stregoni che sarà tenuta dalla ricercatrice Cristina Giulia Codega.
Nel celebre manuale Malleus Maleficarum di fine Quattrocento la donna era considerata origine del peccato, «cosa peggiore della morte» e «nemico blando e occulto»; ciò spiegherebbe l’accanimento degli inquisitori nei confronti delle presunte “streghe” sospettate e condotte a morte per stregoneria. Tuttavia, in alcuni stati europei, stando allo stadio attuale degli studi, il numero di processi contro “streghe” e “stregoni” giunsero alla parificazione, in altri addirittura quello degli uomini superò quello delle donne.
Proprio di “stregoni”, ossia casi di uomini processati e condannati, si parla in questa occasione. L’attenzione viene posta sulla Valle di Poschiavo, dove si consumò una cruenta caccia alle “streghe” tra XVII e XVIII secolo. La testimonianza di questa persecuzione ci è fornita dalla grande quantità di incartamenti conservati presso l’archivio comunale di Poschiavo. Non solo donne furono condotte dinnanzi al tribunale laico valligiano, organo al quale, dal XVI, fu affidata la giustizia di persone sospette di essere depositarie dell’arte di stregoneria: su una totalità di 130 processi certamente istituiti, 21 risultano a carico di uomini, numero piuttosto elevato. Chiunque poteva essere implicato in accuse per stregoneria: donne e uomini di diverse età, ceto, stato civile e professione religiosa.
In questa sede si esamineranno i 21 casi sopra menzionati facendo emergere gli aspetti più interessanti di questo studio.
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