Webinar - L’italiano tra scritto e digitato
È ormai evidente che scrivere e digitare non sono la stessa cosa: che la testualità frammentaria tipica della comunicazione telematica è qualcosa di diverso – e richiede abilità e competenze diverse (minori?) – rispetto a quella di un testo tradizionale. Da una parte l’italiano scritto, dall’altra l’italiano digitato: l’e-taliano dei messaggini, delle chat, dei social network. Il che, scrive Massimo Palermo nel suo Italiano scritto 2.0 (Carocci, 2017), porta a «fare della scuola il santuario del testo lineare»: il luogo di conservazione e tutela di «un’eredità culturale minacciata». I tre interventi di questa tavola rotonda sono pensati proprio come momenti di riflessione su alcuni aspetti della cura del testo che meritano particolare attenzione. Il primo, affrontato da Giuseppe Antonelli, è la punteggiatura: forse quello messo più a rischio nella comunicazione telematica odierna. Il secondo, illustrato da Emiliano Picchiorri, è quello dei connettivi: elemento decisivo per un’adeguata gestione della testualità. Il terzo, trattato da Leonardo Rossi, riguarda specificamente le produzioni scritte di studenti e studentesse della scuola superiore.
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