Webinar - Gabriele D’Annunzio oggi
Poeta e romanziere, drammaturgo e novelliere, giornalista e memorialista, oratore e politico: la personalità di Gabriele D’Annunzio è moltiforme e poliedrica. Un segno della sua grandezza sta nel fatto che, a distanza di 160 anni dalla nascita, non è divenuto in alcun modo un classico da museo, bensì resta ancora autore vivo nella cultura attuale, capace al tempo stesso di accendere entusiasmi e provocare denunce.
Si parlerà di:
Una personalità poliedrica. Non esiste un solo D’Annunzio: la persona storica è unica, ma questa unicità si è manifestata in una notevolissima molteplicità di aspetti: il letterato (poeta, romanziere, novelliere, drammaturgo), l’oratore, il politico, l’uomo d’azione.
Personaggio mediatico. D’Annunzio si segnala anche come moderno personaggio mediatico che magistralmente impiega tutti gli strumenti della nascente cultura di massa per celebrare sé stesso, per segnalare ogni proprio gesto, ogni propria parola con il sigillo dell’eccellenza.
Straordinario interprete della svolta antipositivistica di fine Ottocento. D’Annunzio si è affermato come l’interprete europeo della svolta antipositivistica, spiritualistica, irrazionalistica e individualistica che si afferma nello scorcio dell’Ottocento e si sviluppa con le Avanguardie storiche, approdando alla Grande guerra, al fascismo e alla Seconda guerra mondiale. Nei primi decenni postunitari si decidono le sorti dell’intero Novecento e D’Annunzio è l’esponente sommo di questo processo storico-culturale, che lo pone in posizione preminente sulla scena nazionale per oltre cinquant’anni.
Formidabile officina letteraria. Bisogna riconoscere a D’Annunzio una vastissima competenza linguistica, da autentico virtuoso della parola: è lo scrittore italiano che conosce e usa il maggior numero di parole. Dispone di un’officina ineguagliata per competenza e raffinatezza.
Giudizio valutativo. La questione di giudizio valutativo è complessa. Tutto dipende da che cosa si chiede alla poesia. D’Annunzio appaga chi chiede alla poesia l’incantamento dei sensi e la fuga dal quotidiano. Chi, invece, assegna alla poesia non un ruolo edonistico di esaltazione emotiva, ma un ruolo conoscitivo di critica cognizione della realtà allora cerca di prendere le distanze da lui, pur avvertendone l’incombenza ineludibile.
Commenti
Effettua il login per lasciare un commento.