La siciliana ribelle, film di Marco Amenta (2008)
da Repubblica.it:
Storia di Rita, "La siciliana ribelle"che a 17 anni osò sfidare la mafia.
Nell'infinita mattanza di mafia, nel mare di dolore che Cosa Nostra ha provocato in Sicilia, la storia di Rita Atria resta una delle più tristi, più commoventi, più tenere. Quella di una ragazzina che ad appena 17 anni decide di denunciare gli assassini di padre e fratello, entrambi uomini d'onore. E che instaura un rapporto forte col giudice Paolo Borsellino. L'epilogo, però, è tragico: lei riesce a far condannare molti degli uomini del clan, ma si suicida sette giorni dopo la strage di via d'Amelio. Visto che, morto il magistrato, le resta solo l'odio dei suoi compaesani e perfino di sua madre. Così furiosa con la figlia da arrivare a profanare la sua tomba a martellate.
E adesso questa vicenda di coraggio e di lotta, di giovinezza tradita e di sangue, approda sul grande schermo. Con un film che alla vera figura di Rita Atria è solo liberamente ispirato.
Ulteriori informazioni
da Mymovies.it:
Non è la prima volta che Marco Amenta rappresenta la violenza mafiosa che ha segnato la storia della Sicilia e dell'Italia. Con Il fantasma di Corleone, film documentario che smascherava l'ultimo mistero italiano a quel tempo ancora non risolto (Bernardo Provenzano), il regista siciliano prendeva posizione, e non poteva essere diversamente, in favore della legalità e di quanti si sono impegnati a difenderla.
Marco Amenta conosce il mondo che ci racconta, ha delle preoccupazioni concrete, si fa delle domande e cerca delle risposte dentro un film fondato su un'idea pedagogica di cinema: rappresentare un nucleo narrativo che rivesta anche una funzione didascalica e di insegnamento sulla straziante solitudine di chi si rivolta contro il sistema (mafioso).
La siciliana ribelle è una dichiarazione di libertà di un'adolescenza che chiede autonomia e di essere come dovrebbe, sollevata dai conflitti tra i "grandi" e dalla violenza della loro debolezza.
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